martedì 7 giugno 2011

TRAVAGLIO vs LEGA NORD: MAFIE, MASSONERIE & CASTELLI E LA 'NDRANGHETA

PUNTO DI RIFLESSIONE AD ANNO ZERO DI MARCO TRAVAGLIO SULLA LEGA E SUL LORO RAZZISMO.

Travaglio vs Lega Nord




MAFIE, MASSONERIE & ALTRE STORIE

Ever Sion





CASTELLI E LA 'NDRANGHETA


CASTELLI E LA 'NDRANGHETA
Una foto di repertorio dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, Lega Nord (ANSA)
Una foto di repertorio dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, Lega Nord (ANSA)
L’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli questa volta proprio non se l’aspettava. Perché agli attacchi della stampa di sinistra, al circo santoriano, dove spesso recita la parte del gladiatore padano, si era fin troppo abituato. Pure alle ricostruzioni di Roberto Saviano, l’autore di Gomorra che durante la fortunata serie di Vieni via con me ha fattoallusioni su presunti contatti tra la Lega e la ‘ndrangheta in Lombardia.

Ma che le tesi esposte da Saviano venissero sostenute anche a destra, nel libro Metastasi (Chiarelettere, da ieri in libreria) dei giornalisti di LiberoGianluigi Nuzzi (ex Panorama) e Claudio Antonelli, dove si parla di un politico leghista, chiamato “Gamma”, che avrebbe fatto carriera nel governo e che sarebbe stato eletto negli anni ‘90 con i voti della ‘ndrangheta grazie all’appoggio di un boss calabrese trasferitosi a Lecco, tal Francesco Coco Trovato, Castelli proprio non poteva immaginareselo.
Difficile, infatti, non vedere dietro quel misterioso ministro proprio l’ingegnere lecchese, prestatosi alla politica con il Carroccio negli anni ‘90 e diventato appunto Guardasigilli durante il secondo governo Berlusconi (2001 - 2006). “Francesco Coco Trovato  aveva scelto il suo cavallo: è Gamma. Lo dice a tutti. Votare Lega. Votare Gamma”, racconta il pentito di ‘ndrangheta Giuseppe Di Bella, sulle cui rivelazioni è stato costruito appunto il libro inchiesta di Nuzzi e Antonelli. Testo da cui è scaturita l’apertura di un fascicolo di indagine, ha detto il capo della direzione distrettuale dell’antimafia della Capitale, Giancarlo Capaldo.

Ma Castelli non ci sta. E ci tiene a mettere i puntini sulle “i”. “Questa sinceramente non me l’aspettavo”, ha detto in un’intervista a il Giornale. “Nel ‘90 il sottoscritto era uno sconosciuto militante leghista e la Lega era ai margini del sistema. Non contava niente. Non contava niente, ma tuonava contro la criminalità al Nord, contro il confino obbligatorio dei boss nelle nostre terre, anche a Lecco, proprio a Lecco, dove tutti, dalla Dc al Psi, dormivano”.
Non solo. “Gli affari li faceva Coco Trovato. La magistratura era inerte, i partiti erano inerti, ma tutti sapevano più o meno chi era Coco Trovato. Era il don Rodrigo di Lecco, un personaggio tutto in ombra. Ma tutti lo trattavano con i guanti bianchi: nell’88 l’Unione dei commercianti di Lecco gli diede addirittura una medaglia”.
Che dietro Gamma ci sia Castelli, insomma, ancora non lo sappiamo. L’ex Guardasigilli, intanto, chiede che si facciano nomi e cognomi, una volta per tutte: “Non si può giocare con le allusioni”, dice. Anche perché, rivela, il regno di Coco Trovato finì nel ‘92, quando la Lega conquistò Lecco. Nello stesso anno Coco Trovato fu arrestato, i suoi locali sequestrati e le sue licenze revocate proprio dall’amministrazione locale del Carroccio. Coincidenze? “Coco Trovato si prese una sfilza di ergastoli e fu sepolto al41 bis. E sa chi è il ministro che ha stabilizzato il 41 bis? Io”, chiosa Castelli. Staremo a vedere.