martedì 7 giugno 2011

CAMICIE VERDI: BRUCIARE IL TRICOLORE



Camicie Verdi. Bruciare il tricolore è un film documentario del 2006 di Claudio Lazzaro sul movimento politico della Lega Nord
Il film mette a fuoco le problematiche che più stanno a cuore al popolo verde, dalla devolutionall'immigrazione, tramite filmati di archivio ed interviste ad esponenti di primo piano del partito padano comeMario BorghezioFranco Rocchetta e Giancarlo Gentilini. Sono presenti anche testimonianze dirette di semplici simpatizzanti e dirigenti locali girate in luoghi di ritrovo del partito e durante manifestazioni.
Tra gli intervistati c'è anche Corinto Marchini, ex senatore e primo capo storico delle Camicie Verdi, che rivela alcuni retroscena del primo periodo di espansione del leghismo, durante il quale il movimento, pur in crescita, non trovava spazio nei media ed aveva quindi bisogno di eventi eclatanti che ne amplificassero la visibilità. Secondo Marchini egli stesso avrebbe ricevuto una telefonata da Umberto Bossi che gli avrebbe detto: «le Camicie Verdi devono essere pronte a sparare ai Carabinieri». Inoltre, sempre secondo quanto afferma Marchini nell'intervista, ci sarebbe stato un complotto interno alla Lega per uccidere Borghezio, allo scopo di farne un martire e sfruttarne i benefici a livello mediatico.


Fonte: http://it.wikipedia.org/wiki/Camicie_Verdi._Bruciare_il_tricolore


Camicie Verdi: Bruciare il Tricolore
















TRAVAGLIO vs LEGA NORD: MAFIE, MASSONERIE & CASTELLI E LA 'NDRANGHETA

PUNTO DI RIFLESSIONE AD ANNO ZERO DI MARCO TRAVAGLIO SULLA LEGA E SUL LORO RAZZISMO.

Travaglio vs Lega Nord




MAFIE, MASSONERIE & ALTRE STORIE

Ever Sion





CASTELLI E LA 'NDRANGHETA


CASTELLI E LA 'NDRANGHETA
Una foto di repertorio dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, Lega Nord (ANSA)
Una foto di repertorio dell'ex ministro della Giustizia Roberto Castelli, Lega Nord (ANSA)
L’ex ministro della Giustizia Roberto Castelli questa volta proprio non se l’aspettava. Perché agli attacchi della stampa di sinistra, al circo santoriano, dove spesso recita la parte del gladiatore padano, si era fin troppo abituato. Pure alle ricostruzioni di Roberto Saviano, l’autore di Gomorra che durante la fortunata serie di Vieni via con me ha fattoallusioni su presunti contatti tra la Lega e la ‘ndrangheta in Lombardia.

Ma che le tesi esposte da Saviano venissero sostenute anche a destra, nel libro Metastasi (Chiarelettere, da ieri in libreria) dei giornalisti di LiberoGianluigi Nuzzi (ex Panorama) e Claudio Antonelli, dove si parla di un politico leghista, chiamato “Gamma”, che avrebbe fatto carriera nel governo e che sarebbe stato eletto negli anni ‘90 con i voti della ‘ndrangheta grazie all’appoggio di un boss calabrese trasferitosi a Lecco, tal Francesco Coco Trovato, Castelli proprio non poteva immaginareselo.
Difficile, infatti, non vedere dietro quel misterioso ministro proprio l’ingegnere lecchese, prestatosi alla politica con il Carroccio negli anni ‘90 e diventato appunto Guardasigilli durante il secondo governo Berlusconi (2001 - 2006). “Francesco Coco Trovato  aveva scelto il suo cavallo: è Gamma. Lo dice a tutti. Votare Lega. Votare Gamma”, racconta il pentito di ‘ndrangheta Giuseppe Di Bella, sulle cui rivelazioni è stato costruito appunto il libro inchiesta di Nuzzi e Antonelli. Testo da cui è scaturita l’apertura di un fascicolo di indagine, ha detto il capo della direzione distrettuale dell’antimafia della Capitale, Giancarlo Capaldo.

Ma Castelli non ci sta. E ci tiene a mettere i puntini sulle “i”. “Questa sinceramente non me l’aspettavo”, ha detto in un’intervista a il Giornale. “Nel ‘90 il sottoscritto era uno sconosciuto militante leghista e la Lega era ai margini del sistema. Non contava niente. Non contava niente, ma tuonava contro la criminalità al Nord, contro il confino obbligatorio dei boss nelle nostre terre, anche a Lecco, proprio a Lecco, dove tutti, dalla Dc al Psi, dormivano”.
Non solo. “Gli affari li faceva Coco Trovato. La magistratura era inerte, i partiti erano inerti, ma tutti sapevano più o meno chi era Coco Trovato. Era il don Rodrigo di Lecco, un personaggio tutto in ombra. Ma tutti lo trattavano con i guanti bianchi: nell’88 l’Unione dei commercianti di Lecco gli diede addirittura una medaglia”.
Che dietro Gamma ci sia Castelli, insomma, ancora non lo sappiamo. L’ex Guardasigilli, intanto, chiede che si facciano nomi e cognomi, una volta per tutte: “Non si può giocare con le allusioni”, dice. Anche perché, rivela, il regno di Coco Trovato finì nel ‘92, quando la Lega conquistò Lecco. Nello stesso anno Coco Trovato fu arrestato, i suoi locali sequestrati e le sue licenze revocate proprio dall’amministrazione locale del Carroccio. Coincidenze? “Coco Trovato si prese una sfilza di ergastoli e fu sepolto al41 bis. E sa chi è il ministro che ha stabilizzato il 41 bis? Io”, chiosa Castelli. Staremo a vedere.

QUANDO C'ERA SILVIO (FILM DOCUMENTARIO SU BERLUSCONI)




DA GUARDARE E DA TENERE A MENTE !

LA STORIA DI BERLUSCONI E DI TUTTI I LOSCHI TRAFFICI DEL BUON SILVIO.

MAFIA, CORRUZIONE ETC.

CHE ASPETTI ? .... PREMI SU PLAY E BUONA VISIONE.

Quando C'era Silvio




La Perla di Berlusconi al PARLAMENTO EUROPEO: "La suggerirò per il ruolo di KAPO' !".

Bossi e la lega conosciutissimi anche in Europa per il loro RAZZISMO..... ed infatti .....

Figuraccia di Berlusconi (UNA DELLE TANTE) al Parlamento Europeo

SENZA DIMENTICARE MAI QUESTA NOTIZIA:

seviziato il fondatore dei club anti biscione

Mascia Gianfranco 32 anni di professione pubblicitario e fondatore del " BO. BI " il movimento Boicottiamo il Biscione, e' stato legato, picchiato e violentato con un bastone da 2 uomini a volto scoperto

- Misteriosa aggressione in casa a Ravenna. Il sindaco: e' un atto intollerabile TITOLO: Seviziato il fondatore dei club anti biscione -  RAVENNA . 
"Sei tu Gianfranco Mascia?". Si' , per sua sfortuna era lui.
 E bastato un cenno d' assenso e due uomini a volto scoperto si sono scagliati contro di lui e, dopo averlo immobilizzato, lo hanno seviziato. Mascia, 32 anni, pubblicitario, dirigente dei Verdi Sole che ride, fondatore del "Bo.Bi", il movimento Boicottiamo il Biscione, ieri mattina poco dopo le 11 era da solo nel suo studio alla periferia della citta' , quando alla sua porta hanno bussato due sconosciuti. "Finalmente ti abbiamo trovato", hanno detto. Poi gli hanno tappato la bocca con un tampone, gli hanno legato mani e piedi con un filo di ferro e lo hanno seviziato con un bastone. Mascia ha perso i sensi. Solo verso le 13 ha potuto dare l' allarme ed e' stato quindi trasportato all' ospedale in stato di choc. 

In serata e' stato riaccompagnato a casa. Al magistrato, Danila Indirli, ha detto di non aver mai conosciuto i suoi aggressori. Il fondatore dei comitati "Bo.Bi" ha aggiunto che non sa spiegarsi i motivi della violenza e che non e' in grado di collegarla alla sua attivita' politica, ma neppure a vicende personali. 
Mascia ha detto di aver ricevuto nei giorni scorsi diverse minacce telefoniche. I messaggi . dal contenuto razzistico e pronunciati da voci con accento del Nord .

 sono rimasti incisi nella segreteria telefonica del suo cellulare, che corrisponde anche al numero telefonico del "Bo.Bi". Gianfranco Mascia, sposato con due figli, e' stato iscritto al Pci, poi e' passato ai Verdi. Un mese fa, quando fu costituita Forza Italia, Mascia si presento' sotto falso nome alla sede del movimento a Ravenna per iscriversi e scopri' cosi' che corrispondeva alla struttura della Finanziaria della Fininvest. Mascia racconto' questa sua esperienza da "infiltrato" durante una puntata della trasmissione "Il rosso e il nero" di Santoro. Immediate le reazioni nel mondo politico. A Mascia ha subito inviato un messaggio di solidarieta' il sindaco Pier Paolo D' Attorre. Per il deputato verde Sauro Turroni "la matrice dell' aggressione e' fascista" e gli autori sono "delinquenti mandati da fuori". Il segretario del Pds di Ravenna, Fabrizio Matteucci, ha condannato "l' atto di barbarie", esprimendo a Mascia la solidarieta' del partito. I Verdi hanno chiesto "una risposta rigorosamente non violenta, ma fermissima".